Pagina:Milani - Risposta a Cattaneo, 1841.djvu/12

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L’invito non era più di una Commissione fondatrice in genere, ma di una Commissione fondatrice veneta, e nel resto tutto poteva e doveva far credere che si trattasse della intiera strada da Milano a Venezia, perchè non mi si parlava punto di mutamenti avvenuti dopo l’offerta del 19 aprile 1836, e da me accettata il 3 giugno 1836 anzi mi si diceva chiaramente che si aveva definitivamente stabilito di valersi dei miei lumi e talenti per la redazione del progetto della strada ferrata da Venezia a Milano.

Pure, per quella nuova intestazione di Commissione fondatrice veneta, i dubbii destatimi dall’altro foglio 9 dicembre 1836 mi si accrebbero; e quindi, prima di muovermi da Berlino, dove era, chiesi, il 5 marzo 1837, alla Commissione fondatrice, se l’incarico, di cui allora mi parlava, era poi quello stesso che mi aveva offerto il 19 aprile 1 836. (Allegato F.)

Allora, il 16 marzo 1837, ma allora soltanto, mi si raccontò la storia della Commissione fondatrice divisa in due sezioni, ec., e mi si disse, che l’incarico che mi si riserbava, giunto che fossi a Venezia, dietro la promessa del tutto, e sulla fede del tutto, non era più quello di tutta la linea tra Venezia e Milano, ma soltanto quello della parte che si stende tra Venezia ed il Mincio. (Allegato G.)

Ho risposto, il 26 marzo 1837, che mi era stato offerto il tutto e non la parte, che aveva accettato il tutto e non la parte, e che non voleva accettare un incarico diviso per territorii, e ristretto, quanto a me, al solo territorio veneto. (Allegato H.)

9. Il dottore Cattaneo prosegue:

«Poi mandava a Milano copia di tutto il carteggio da pubblicarsi; ed io fui richiesto di farlo inserire negli Annali di statistica. Mi parve dannoso consiglio che avrebbe promosso la discordia e alienata l’opinione generale, e perciò ritenni il carteggio coll'acerba lettera che lo accompagnava, e lo conservo tuttora».

Qui non solo si offusca la verità, ma s’introduce la menzogna. Chi sta alla esposizione, alle parole del dottore Cattaneo, deve credere che io abbia spedito il carteggio a Milano, perchè si pubblicasse: e questa è una menzogna.

Intanto, quando io era a Berlino non aveva l’onore di conoscere il dottore Cattaneo; è un onore che ho guadagnato più tardi; ignorava anche che vi fosse un giornale intitolato Annali di statistica. Il fatto vero è questo:

In Isvezia, a Gottenburgo, ebbi la fortuna d’incontrarmi col nobile signor Giuseppe De-Cristoforis, di bella fama, di onorata memoria. Fummo insieme a Copenaghen, ad Amburgo. Ad Amburgo ci siamo separati, volgendo egli all’Inghilterra, io alla Prussia. Questo incontro mi procurò l’onore della sua amicizia, della quale io fui e sarò sempre superbo. Prima di lasciarci gli ho detto che ci rivedremmo a Milano, perchè la Commissione fondatrice di una strada a guide di ferro da Venezia a Milano me ne aveva offerto la costruzione, ed io aveva promesso di costruirla.

Quando il mio ritorno in Italia sembrò svanire per le ragioni suddette, temetti che il De-Cristoforis, vedendo non me, ma altri, all’opera nella strada di ferro da Venezia a Milano, potesse sospettare che io avessi mentito, od almeno leggermente creduto, e quindi mi risolsi, il 30 marzo 1837, di spedirgli a Milano in copia tutto il carteggio corso tra la Commissione fondatrice e me, accompagnandoglielo colle seguenti parole:

"Non verrò per ora più in Italia; la strada di ferro da Venezia a Milano non sarà fatta da me: ma non mentiva quando le diceva:

Che una Commissione della Società una Commissione regolarmente costituita me ne aveva offerto, scrivendomi a Lubecca ed a S. Pietroburgo, il progetto e la direzione, e che io aveva accettato l'offerta.

E siccome desidero ardentemente due cose: di giustificare cioè il detto mio in faccia a