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nuovi fatti che si presentano possono suggerire delle utili modificazioni, non mai però di quelle che trascinano l’opera fuori dalle sue massime fondamentali, e la sviano dallo scopo al quale deve mirare.
IX.
[Pagina 16.]
Aver io colla società e colla Direzione un contratto di locazione e conduzione d’opera che mi rende in faccia alla società ed in faccia alla Direzione irremovibile, che comprende degli obblighi e dei diritti reciproci da doversi rispettare fino a sei mesi dopo che la strada di ferro da Venezia a Milano sia compiuta ed attivata, eccettuato il solo caso in cui la società, per qualsiasi motivo ed in qualunque momento, si dichiarasse disciolta o cessasse dall’impresa, e quindi un contratto tale da non potersi sciogliere se non col compimento dell’opera o colla morte della società e dell’impresa.
Averlo, quantunque gli statuti prescrivessero che l’ingegnere in capo dovesse essere un semplice impiegato e tale che potesse venir rimosso dai direttori.
[Pagina 65.]
Tirando da tutto questo la giusta conseguenza che bisognava richiamarlo e cassarlo.
[Pagine 52, 53.]
Poiché, sprezzando i buoni consigli che egli aveva dato pel braccio di Monza (della bontà dei quali abbiamo veduto a lungo nell’antecedente N. VIII), non si aveva avuto l’accorgimento di opporre studii a studii e progetto a progetto, si doveva almeno opporre in tempo lavori a lavori; incominciar l’opera da Milano a Treviglio, sottrarsi con fatti risoluti ad ogni opposizione: ma la Direzione non aver fatto nulla, aver lasciato giacere inonorato il suo privilegio, perchè fatto sta che io aveva poco ardore d’impegnarmi nell’opera
ed invece di attendere a ribassare le mie livellette, e contar bene i miei metri cubi, attendeva a scrivere dissertazioni contro la linea di Bergamo, e a dichiarare ai direttori in cospetto del pubblico ciò che voleva fare, e ciò che non voleva fare.
[Pagine 42, 65.]
In fine aver io riscosso dal 27 maggio 1837, epoca della mia partenza da Berlino, sino a tutto luglio 1840, un mostruoso onorario, più di lire 88,000.
254.° Prima di tutto mi si permettano alcune parole su quel dispettoso lamento del dottore Cattaneo,
perchè io abbia osato dissertare sulla linea di Bergamo;