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Circa due mesi a Venezia1 per lo stesso ufficio verso la Commissione veneta;
Undici mesi a Vienna2, finché il progetto sostenne l’esame di tutti gli aulici dicasterii civili e militari, e finché Sua Maestà si degnò di approvarlo, e di accordare, in seguito di questa approvazione, alla società lombardo-veneta il richiesto privilegio;
Sedici giorni a Milano per le conferenze tenute dalla Direzione, onde concretare quanto poteva riferirsi al congresso degli azionisti del 30 luglio 18403;
Finalmente diecinove giorni a Venezia pel congresso suddetto4.
266.° Malgrado queste mie lunghe assenze dall’ufficio tecnico, i lavori dell’ufficio tecnico continuarono sempre o fatti da me ove era, o fatti all’ufficio tecnico e diretti da me col mezzo di istruzioni e di rapporti.
All’ufficio tecnico si fecero i progetti esecutivi delle tre sezioni da Milano a Treviglio, da Padova a Mestre, da Mestre a Venezia, e più tardi s’incominciò anche il progetto particolareggiato della diramazione da Treviglio a Bergamo.
Io feci i progetti intieri di tutte le due stazioni principali di Venezia e di Milano, e di tutti i fabbricati in esse occorrenti, facendo sviluppare i disegni dall’ingegnere signor Noale, che aveva chiamato meco a Vienna col permesso della Direzione, e mandandoli poi da Vienna all’ufficio tecnico per le copie dei disegni, per l’estesa dei capitolati d’appalto e dei preventivi.
267.° Anche dopo il congresso del 30 luglio 1840, e sino alla distruzione dell’ufficio tecnico, ho continuato a dirigere i lavori interni dell’ufficio tecnico, ed oltre a questo ho in quel tempo scritte alcune illustrazioni sulla stazione di Venezia, risposto ad alcune ultime difficoltà mosse dal Genio militare sulla costruzione di alcune parti del ponte di Venezia e sulla sua posizione, esteso il capitolato d’appalto del ponte stesso, rivedutone per intiero e da me il preventivo, e fattevi anche alcune modificazioni; finalmente ho fatto il progetto di gran parte della stazione di Mestre, ed anche quello di una fabbrica per quella di Padova.
268.° Quando dunque l’ufficio tecnico fu distrutto per opera dei due signori direttori, nobile Papadopoli e Biffi, erasi fatto nell’ufficio, o da me direttamente, o sotto la mia direzione:
il progetto generale e sommario di tutta la strada;
i progetti paricolareggiati esecutivi del ponte di Venezia; delle sezioni da Milano a Treviglio, da Padova a Mestre, da Mestre a Venezia;
buona parte del progetto particolareggiato della diramazione da Treviglio a Bergamo;
i progetti intieri delle due grandi stazioni di Venezia e di Milano, meno i conti preventivi e i capitolati d’appalto;
quasi tutto il progetto della stazione di Mestre, ed il progetto di una fabbrica, di una tettoia per montare e smontare al coperto per la stazione di Padova.
269.° Quando i signori Bergamaschi stamparono la prima loro Memoria circa alla strada di ferro da Venezia a Milano5, e prima e dopo la conferenza che io ebbi con loro in Milano la sera del 28 novembre 1837, fui eccitato a rispondere, anch’io colle stampe, a quella Memoria.