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Pagina:Mill - La liberta, Sonzogno, Milano.djvu/23

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capitolo secondo. 23

realtà, mentre ciascuno di essi sa benissimo d’esser fallibile, un piccolo numero d’uomini soltanto trovano necessario di prendere delle precauzioni a questo riguardo, e di ammettere l’ipotesi che una opinione di cui essi si sentano certi possa servire ad esempio dell’errore a cui si riconoscono soggetti.

I principi assoluti, o altre persone avvezze a una deferenza illimitata, hanno di solito questa piena fiducia nelle loro opinioni in quasi tutti gli argomenti; gli uomini aventi una posizione fortunata, che tentano talvolta discutere le loro opinioni e che non hanno del tutto perduto l’abitudine di essere corretti quando s’ingannano, pongono la stessa fiducia senza limiti in quelle loro opinioni a cui partecipano quelli che li circondano o quelli pei quali essi hanno una deferenza abituale; poichè in proporzione della mancanza di fiducia dell’uomo nel suo personale giudizio, egli presta una fede più cieca all’infallibilità del mondo in generale. E il mondo è, per ciascun individuo, la parte di mondo colla quale egli è a contatto: il suo partito, la sua setta, la sua chiesa, la sua classe sociale; e, comparativamente, si può dire di un uomo che ha uno spirito largo e liberale, quando questa parola mondo significa per lui il suo paese o il suo secolo. La fede dell’uomo in questa autorità collettiva non è scossa nè punto nè poco, per quanto egli sappia che altri secoli, altri paesi, altre sette, altre chiese, altri partiti hanno pensato e pensano esattamente il contrario.

Esso incarica il suo proprio mondo d’aver ragione contro i mondi dissidenti degli altri uomini e non si turba mai alla idea che il puro caso ha deciso quale di questi mondi numerosi dovesse possedere la sua fiducia, e che le stesse cause che fanno di lui un cristiano a Londra ne avrebbero fatto un buddista a Pekino. Tuttavia la cosa in sè è tanto evidente, che tutti gli argomenti la potrebbero provare. I secoli non sono più infallibili degli individui: ciascun secolo ha professato molte opinioni che i secoli seguenti hanno ritenuto non solamente false, ma assurde; ed è ugualmente certo che molte opinioni oggi da tutti professate saranno abbandonate dai secoli venturi, come molte opinioni in altri tempi comuni sono abbandonate dal secolo presente. L’obbiezione che probabilmente si farà a questo argomento potrebbe forse prendere la forma seguente. Non c’è una pretesa più grande d’infallibilità nell’ostacolo posto alla propagazione dell’errore che in qualunque altro atto dell’autorità. Il giudizio è dato all’umanità, perché essa ne faccia uso; perchè se ne può fare un uso cattivo, bisogna dire agli uomini ch’essi non se ne dovrebbero servire del tutto? Nel proibire quel ch’essi credono dannoso essi non pretendono d’essere esenti d’errore, essi non fanno che adempire il