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Pagina:Mill - La liberta, Sonzogno, Milano.djvu/4

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4 giovanni stuart mill.

plesso di riforme che si comprendono sotto il nome di «Emancipazione della donna»: sopratutto, col presente lavoro sulla Libertà, si pose in una decisa posizione di combattimento contro quelle tendenze ad allargare le funzioni del potere sociale, che, portato inevitabile di nuovi tempi e di nuove condizioni, debbono essere per altro energicamente frenate in ciò che hanno di eccessivo e di tirannico.

Questo libro è uscito per la prima volta a Londra nel 1859. Eppure, esso non è invecchiato, non ha perduto d’interesse nè di sapore d’attualità; anzi, il giudizio del tempo ha dato alle idee che vi sono svolte una così incontestata ragione, che la loro importanza e la loro autorevolezza ne è cresciuta d’assai.

Non ho creduto bene di premettere al libro un così detto proemio critico. Davanti ad una mente come quella dello Stuart Mill, davanti ad un lavoro come questo, un giudizio sarebbe facilmente avventato: è bene che il lettore se lo formi da sè, secondo i suoi convincimenti e le sue tendenze.

Certo è che, se il libro ottenesse in Italia quel successo e quella diffusione che pur troppo non gli meriterà la povera veste ch’io gli ho saputo dare, esso potrebbe fare qualche po’ di bene. La dimostrazione limpida, pacata, serena che la libertà non è soltanto un astratto diritto teorico, ma anche una condizione imprescindibile di saldo progresso civile, potrebbe contribuire a diffondere nel nostro paese quel senso della libertà di cui, in tante occasioni, si constata malinconicamente l’assenza. Oso raccomandare in modo speciale, a chi segue ciecamente l’impulso di certi pregiudizi e di certi timori, quel piccolo capolavoro che è il capitolo secondo, sulla libertà di pensiero e di parola. Se, ad ogni modo, l’intento di sgombrar dalle menti qualche falsa opinione, d’insegnare a qualcuno un po’ di tolleranza in fatto di religione e di politica, fosse, anche in minima parte, raggiunto, io sarei esuberantemente compensato del mio modesto lavoro.

Gennajo, 1895.

Arnaldo Agnelli.