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A T T O

Che sia di lei men bella.
Non sai Tirsi, non sai,
Ch’Ardelia, ch’ogn’hor m’arde, è così bella,
Che di stupore, e meraviglia pieno
Lascia colui, che fisa in lei lo sguardo?
Ella hà le chiome sue sì bionde, e terse,
Ch’invidia fanno al solar raggio, e scorno;
La fronte è di ligustri;
E di rose le guancie, e di corallo
Le labra amate; di bianchezza i gigli
Vincon gli eguali, e ben composti denti;
D’ebano l’inarcate, e giuste ciglia;
Gl’occhi sì chiari, e lucidi, che ’l Sole
Vincon d’assai; il collo tondo, e bianco,
Che seco il latte perde; il seno è fatto
Di schietto avorio con due poma acerbe,
Che tremolar si veggon sotto un velo,
A lo spirar di quella dolce bocca,
Al cui soave fiato
D’odor cedano i venti
Che da l’Arabia vengono:
E tra le due vallette, ove confina
La bella bocca, ancor che sien di neve,
Si stà con l’esca, e col focile Amore
Ivi inascosto al varco,
Hor questo core, hor quello
Dolcemente infiammando:
Lunghe, e rotonde son le belle braccia,
Lunga la bianca mano,


Il