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Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/118

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re in esilio, Girolamo Bonaparte, già re di Westfalia, allora conte di Montfort, che aveva definitivamente piantato le sue tende a Firenze in attesa che egli, o qualcuno della sua famiglia, risalisse un trono.

L’ex-re Girolamo era un perfetto gaudente. Pigliava la vita dal lato facile e brillante, e come un petit mâitre della Reggenza, ammazzava allegramente il tempo fra gli amori, le caccie, le feste e i banchetti. Le roi s’amuse — ecco un motto che l’ex-re di Westfalia avrebbe potuto pigliare per divisa. I vecchi fiorentini ricordano ancora i fastosi ricevimenti, le allegre serate, le livree verdi, i magnifici cavalli, ma sopratutto i romanzi galanti del più giovane dei napoleonidi. Installatosi nel palazzo Orlandini, in Piazza dei Buoni, egli vi menava vita principesca. Come a tutti i fratelli del grande capitano che avevano portato una corona, i servi, come gl’invitati, davano a lui il titolo di Maestà. Giulio Janin, che visitò Firenze nel luglio 1838, ne parla in modo assai lusinghiero e con devozione discretamente affettata, insomma da cortigiano dell’avvenire. Egli, a proposto di quella Versaglia in ventiquattresimo ch’era il Palazzo Orlandini e degli ospiti che attraversavano le sue stanze quasi regali, scrive: „Il giorno dopo fui invitato ad una colazione in casa di Girolamo Bonaparte. Fra tutte le rovine di Firenze brilla d’una luce dolorosa la famiglia dell’Imperatore. Anche in mezzo a Firenze, essa è rimasta francese; Firenze non l’ha potuta domare. Soltanto i Bonaparte hanno preso da lei la dolce allegria e l’oblio d’ogni ambizione. Firenze ama questi Bonaparte esuli, essa che non visse tanto tempo che di proscrizioni e d’esili. Alla festa il principe Girolamo aveva invitato i Borboni di Napoli e i Borboni di Spagna, che intervennero... In casa incontrai, non senza una viva commozione, una giovine Bonaparte bianca e vermiglia (la principessa Matilde). Ci ha ricevuto con tutta la ingenua grazia dei suoi diciotto anni non ancora compiuti, ci ha accolti non come una principessa esiliata, ma come una bella giovane parigina dimenticata sulle sponde dell’Arno. Ha fatto gli onori di casa con