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Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/147

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che sbarcavano la giornata accompagnando la signora alla messa e al passeggio, o portando a spasso il cagnolino o i bambini. Il dramma che il grande poeta aveva recitato a Ravenna colla bellissima contessa Guiccioli non era ignorato da nessuno. Tutti i mariti lo avevano appreso con orrore. Sin’allora le mogli si erano limitate a tradire i mariti; ma lasciare il talamo coniugale, portare in trionfo per le città d’Italia la propria vergogna, oh questa no, era una sciagurata costumanza, che aveva solo potuto introdurre fra noi il poeta che non aveva avuto paura d’incarnare sè stesso nei personaggi viziosi ribaldi delle sue creazioni!

Ma se i mariti d’Italia seguivano con apprensione il pellegrinaggio del nobile Lord attraverso le nostre città, con non meno apprensione lo seguivano le polizie dei diversi Stati d’Italia. Come già abbiamo accennato, Byron non consacrava soltanto la sua vita alle muse e alle belle donne; egli s’era fatto allora il paladino della causa dei popoli oppressi, e se deponeva la penna o cessava di deporre i suoi baci sopra una bella bocca di donna, era per istringere le fila d’una congiura o per ispingere gli oppressi ad insorgere.

L’archivio segreto della presidenza del Buon Governo contiene sul conto del poeta inglese alcuni documenti.1

Il primo è un biglietto in data del 4 settembre 1819 col quale il ministro Corsini trasmette al Presidente del Buon Governo, copia d’una nota riservata del cardinale Consalvi, segretario di Stato di Pio VII. Esso è del seguente tenore:

„Questo I. e R. Governo si incarica di trasmettere a

  1. Dobbiamo i documenti che pubblichiamo nel presente capitolo alla cortesia dell’egregio cav. Livi, direttore dell’Archivio di Stato di Brescia.