Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/40

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sima e simili materie, come da rapporti 16 e 20 febbraio 
„ 13,6,8.
„ Per aver fatto vigilare sullo spirito delle prediche state fatte nella capitale 
„ 30,00„


Dai rapporti del 1836 si scorge come le spese segrete fatte dal solo Ispettore di polizia di Firenze ascendessero a quasi due mila lire al mese. Per la vigilanza sui forestieri sospetti si spendeva trecento lire; settanta per la vigilanza sui cartelli sediziosi; cento ottanta per le notizie colle quali l’Ispettore imbastiva ogni quindicina un rapporto che aveva una grande rassomiglianza colle cronache dei nostri giornali, coll’attrattiva in più del pettegolezzo, che spesso non rispettava nemmeno il segreto delle pareti domestiche. Era codesta una cronaca che metteva in grado l’illustrissimo signor presidente del Buon Governo d’assistere dal suo gabinetto a quanto di più importante e degno della sua attenzione di poliziotto, avveniva in città. Laonde in quella specie di lanterna magica ch’erano i rapporti quindicinali dell’Ispettore, dai discorsi che si facevano nei caffè, si passava ai giuochi rovinosi che si tenevano nelle case di famiglie aristocratiche; dagli arrivi e dalle partenze d’ospiti illustri, si saltava a quanto in pubblico si vociferava che accadesse nella penombra del gabinetto d’una bella signora patrizia, se non addirittura dietro le cortine d’un talamo poco rispettato. Naturalmente, le notizie che il signor Ispettore faceva passare sotto gli occhi del Capo della polizia, non vagliate, nè seriamente riscontrate, erano consacrate nelle sue cronache quindicinali con tutta la malignità con che il pubblico le spiattellava in piazza, e con tutta l’indiscrezione con che gl’informatori segreti le raccattavano.

Peraltro, codesto mestiere di cronista clandestino, i signori ispettori di polizia di Firenze, lo facevano coscienziosamente. Nel raccogliere i più intimi particolari di famiglia, i più delicati segreti d’alcova, i pettegolezzi d’ogni sorta che facevano le spese della conversazione degli sfaccendati, erano d’un’imparzialità a tutta prova. Il pettegolezzo, l’indiscrezione, il fatto vario, insomma, bastava che corresse