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Miti ario-africani. 135

cole, Romolo, fanciulli prodigiosi, furono glorificati da mille racconti mitici, epici e storici; le gesta eroiche poi di fanciulli nani sono il motivo prediletto delle novelline popolari indo-europee. Udiamo ora le imprese del piccolo eroe cafro Ulusanana. «Alcune fanciulle si recarono a coglier foglie d’aloè; un fanciullino, di nome Ulusanana, le seguitava. La sua sorella maggiore disse: «Torna.» Egli continuava tuttavia; egli non voleva tornare. Arrivarono ad un gran fiume; schiacciarono il fanciullo con una pietra da macina, lo presero e lo gettarono nell’acqua, poi andarono via. Ma il fanciullo, quantunque ucciso, si rialzò, e, muovendo sulle traccie delle fanciulle, le ritrovò sulla via. Quando s’accostò ad esse, stava già per essere ammazzato una seconda volta dalla sua sorella maggiore. Ma la sorella minore s’oppose, la sorella minore pianse e disse: «Per ora lasciatelo solo.» La sorella maggiore nel vedere che la sua sorella minore gridava lo lasciò solo. Incominciò allora a cadere una gran pioggia. Ulusanana disse: «Io posso fare apparire qui una casa, perchè non ci bagniamo.» La sorella maggiore disse: «Fallo, fratellino mio, perchè non restiamo bagnati.» Ulusanana domandò: «Dimmi, non sei tu che m’hai schiacciato?» «Fallo in ogni modo, fratellino mio.» Allora Ulusanana tagliò bacchettine e le piantò sul suolo, tagliò dell’erba e disse: «Io posso fare che la casa si copra da sè stessa.» E la casa si coprì da sè stessa. Quando la casa fu coperta da sè stessa, Ulusanana disse: «Io posso fare che s’accenda qui subito il fuoco.» E Ulusanana fece un gran fuoco. Quando egli