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18 Mitologia comparata.

uccelli; il cielo apparve insomma alla fantasia popolare assai ricco d’abitatori, svariato, pieno di moto, di colore, e di rumori diversi. Voi dunque mi scuserete agevolmente se non potrò descrivervi pure uno de’ mille miti ai quali le varie figure poetiche adoperate dal linguaggio per rappresentare i fenomeni celesti diedero origine; vi basti che ogni immagine potrebbe avere la sua storia mitica e divenire un capitolo d’un intiero trattato mitologico sovra il cielo. L’indulgenza vostra accolga intanto questo mio primo accenno, come una specie di rozzo inventario de’ tesori mitologici che potreste, se la curiosità vi reggesse, scoprire nel cielo. Ma, per darvi un’idea sola del viaggio che potè fare una sola immagine, anche secondaria, vi aggiungerò soltanto che, fra le tante fantasie popolari, quando l’uomo incominciò a leggere e a scrivere non solo nacque l’idea di convertire in fogli le foglie, ch’è una realtà e non una finzione, e di scriverci su; non solo egli suppose che su certe foglie di certi alberi mitici si trovassero scritti arcani divini, ma figurò pure tutto il cielo come un immenso, unico foglio di carta sopra il quale si potrebbe scrivere. Ora parmi cosa alquanto curiosa il seguire, sopra la guida erudita di Reinhold Köhler, quasi tulle lo forme che nella letteratura assunse questa sola immagine, di origine probabilmente semitica, alla quale aggiungo intanto una espressione assai comune del nostro linguaggio Quando noi vogliamo indicare una cosa che ha proprio da essere, diciamo pure: sta scritto in cielo che si farà. Ora il cielo appare in tale espressione come un