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32 Mitologia comparata.

significare quello che va ne’ profumi, come l’apsara quella che scorre sulle acque. I gandharvas, specie di angioli vedici, ma più materiali, discendono talora sopra la terra a tentare le figlie de’ mortali, onde il poeta dell’Atharvaveda ne muove loro lamento: «Fattosi bello alla vista, il gandharva segue la donna; noi lo allontaniamo di qua con la sacra formola potente: Vostre spose sono le apsare, o gandharvi, voi siete gli sposi essendo voi immortali, non dovete andar dietro a donne mortali.» Così talora nelle nostre leggende popolari, reminiscenze dell’antica prima leggenda degli amori degli angioli con le figlie della terra, il diavolo appare talora in forma di bel giovine per sedurre le inesperte fanciulle. La leggenda di Fausto e Margherita è la forma più popolare dell’antico mito. Il gandharva piglia già nella stessa tradizione indiana forma demoniaca; egli guarda le fonti miracolose, attraendo ad esse tutti gli incauti ignari del segreto, e fa sopra di ossi quello che l’orco e il drago e le sirene perturbatrici della mente (manomuhas o che fanno impazzare) sono pure chiamate la apsaras nell’Atharvaveda delle tradizioni occidentali, potenti nelle acque e gelosi custodi del loro tesoro, che è per lo più l’acqua della forza, l’acqua della vita. Nel Râmâyana, il gandharva tiene pure l’erba che deve risanare gli eroi mortalmente feriti, e richiamarlo in vita. Soma il re delle erbe e delle acque è pure chiamato re de’ gandharvi; ora Soma identificandosi pure spesso con la luna, in questa qualità, noi possiamo immaginare che le ninfe e i musici celesti non siansi sempre rap-