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GIOVANNI XI

930-935.


Giovanni figliuolo di Marozia che di fatto era signora di Roma, subito dopo la morte di Stefano fu eletto papa, con voce che la madre fosse che l’avesse portato a tal dignità.

In quest’anno Ugo associò al regno d’Italia il figliuolo Lottario, e sperando di diventar signore di Roma, sposò Marozia vedova di Guido, ma stando con essa in castel S. Angelo, ne fu da Alberico altro di lei figliuolo, per causa dei cattivi trattamenti usatigli, coll’aiuto del popolo cacciato e costretto a ritornare nel suo stato. Intanto Alberico, messa la madre sotto buona custodia, e fattosi padrone della città, invigilava sopra tutte le azioni del fratello papa.

Il re Ugo per vendicarsi dell’insulto fattogli, venne nel 933 a metter l’assedio a Roma, ma scornato dovette ritirarsi, anzi per poter conservare il regno d’Italia, dovette cedere parte degli stati paterni al re Rodolfo, che gli Italiani malcontenti di lui avevano di nuovo invitato a venirne prender possesso.

Quantunque ben giovane, questo papa dopo cinque anni incirca di pontificato passò all’altra vita nel novembre del 935, senza che alcuna si conosca delle sue azioni, solamente dagli storici sappiamo che la temporale amministrazione di Roma non dipendeva da lui ma dal fratello Alberico.

Questa è la principal ragione che m’indusse a dare a Giovanni XII le monete sulle quali leggesi Domnus Iohannes e Sanctus Petrus, e non già a questo papa, chè il titolo di Domnus non poteva usare, vedendo che nei denari di Marino II e di Agapito Alberico metteva il suo nome dove prima era quello dell’imperatore. Oltre la detta leggenda pel loro tipo i sopradetti pezzi scorgonsi uguali a quelli certi di Giovanni XII con Dom. Iohannes e col nome dell’augusto Ottone.