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piccole zecche di queste parti d’Italia, e che coniate in principio da Luigi XIV re di Francia a denari 11 e di grani 43, e pel valore di cinque soldi tornesi, perciò detti Luigini, nel commercio lei Levante per la loro bontà essendo molto ricercate, subito, alterandone la legge, vennero contraffatte con grosso guadagno di chi le emise.

Il S. Quintino1 diede il disegno di tre varietà di esse, cioè di una più grande esistente nel museo imperiale di Vienna e della quale non fa conoscere il peso, e che pel suo diametro pare il doppio delle altre due, le quali tra esse variano solamente nella data, l’una essendo del 1669 e l’altra del 1671.

Questi due ultimi pezzi esistono nella collezione di S. M. ma con essi havvene un nuovo vario dal lato dello stemma e nelle leggende. Esso (T. VI, N° 60) da una parte ha il busto volto a destra d’un abate cassinese come negli altri tre ed attorno MONAST . LERINENSE . P . SEP . per Princeps Sepulcri, e dall’altra uno scudo sormontato da corona fiorita ed aperta, accostato da due rami di palma e contenente le armi del monastero, cioè tra due rami pure di palma una mitra sulla quale sorge un pastorale, con in giro MONAST . LERIX . PRIN . SEPV . e tra la leggenda e la corona l’anno 1668.

Il citato nostro autore crede che le monete da esso riportate coi n.° 2 e 3 possano essere mezze lire di Genova, trovando che una supera appena di due o tre grani il peso dei pezzi da dieci soldi emessi negli ultimi anni di quella repubblica, e che riconobbe pesate grani 38 1/2; ma se avesse, quando ciò scrisse, un momento riflettuto non potersi paragonare una moneta del 1668 con un’altra dello stesso valor nominale ma di più d’un secolo posteriore, non sarebbe certamente caduto in tale errore; ora avendo io perciò riconosciuto il peso dei tre pezzi di Seborga che possediamo, ne trovai di grani 3 g e 43, quando pesati due pezzi da soldi dieci di Genova del 1647 e 1671, cioè della stessa epoca, li vidi essere di grani 70, epperciò avere con essi nessun rapporto, onde sempre più mi persuasi altro non dover essere, anche per

  1. Discorsi sopra argomenti spettanti a monete ecc. Memorie dell’Accademia ecc. Serie 2ª, T. X., Tav. I., N° 2, 3, 4.