Pagina:Monete e medaglie degli Spinola.djvu/155

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ejusdem Caroli in Francia IV, in Italia I actum Papiae, che da quel Castello al Monastero di S. Ambrogio di Milano ..... et similiter dono in episcopatu terdonensi castrum unum quod nominator Arquada cum omni honore, cum servis, et ancillis, cum pratis, pascuis, silvis etc. Lo troviamo sotto i Marchesi, che dominavano in questa parte d’Italia nel secolo XIX. Infatti l’Imperatore Arrigo III confermando nel 1077 i beni allodiali, ed i diritti che possedevano i due fratelli Ugo e Folco figliuoli del Marchese Azzo II nelle diverse contee, nomina anche Arquata; In Comitatu terdonensi, Sale, Nazanum, Arquada et quicquid ipse Marchio Aczo jure possidet et possidere debet1. Nel secolo XII sembra che fosse conquistato dai Tortonesi, ed allorché l’Imperatore Federico Barbarossa cinse d’assedio la loro città nel 1155, s’impossessò altresì del Castello di Arquata, ed i Pavesi, che tenevano per lui l’occuparono sino al 1165. Fatta in quell’anno la pace lo riebbero i Tortonesi, e l’Imperatore Federico nel trattato del 1183 ne conservò loro il possesso, e quel trattato fu ratificato nella pace di Costanza, e dagl’imperatori che successero.

Il Ghilini negli Annali di Alessandria, pag. 28, narra, che i Genovesi nel 1224 occuparono Capriata ed Arquata, il che fece nascere grave guerra tra loro, gli Alessandrini ed i Tortonesi. Nel trattato di pace seguito in Milano il dì 9 novembre 1227 tra Genovesi, Alessandrini, Tortonesi, Astigiani, Albesi e Torinesi vi sono i seguenti patti riguardanti Arquata:

» Che si getti a terra il castello di Arquata, e che mai

  1. Muratori, Antichità Estensi, parte I, c. VII.