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Al secondo di questi Eminentissimi spettano senza fallo le molte monete coniate in Roma nel 1700 coll’arma spinolina; perché come Camerlengo di S. Chiesa ei reggeva in quel tempo la cosa pubblica, mentre attendevasi l’elezione del successore di Papa Innocenzo XII, allora mancato ai vivi. Tutte le descrisse il Dottore Angelo Cinagli nella sua lodata opera Monete dei Papi, Fermo 1848, Paccasassi in fol., pag. 281, ed io riporto nella tav. XV, come saggio, quelle che potei rinvenire.

N. LXVII. La prima, incisa al num. 1 della citata tavola, è uno scudo d’oro assai raro, ch’esiste nel Museo Imperiale di Vienna, e venne perciò impresso nel volume des Monnaies en or, pag. 7. Vedesi al diritto lo stemma Spinola con il padiglione e le chiavi, e la leggenda sede . vacante mdcc. Al rovescio è scolpito lo spirito santo, e l’armetta di Monsignor Gian Battista Anguisciola Presidente della zecca. Leggesi intorno: docebit . vos . omnia . an . ivb.

N. LXVIII. Lo scudo d’argento, ch’è al numero 2, fu già descritto dal Cav. Schulthess Rechberg nel suo dotto volume: Thaler-Cabinet, Vienna 1845, e da Saverio Scilla, Breve notizia delle Monete Pontificie, 1715. Ha nel diritto l’arma spinolina col padiglione e le chiavi, e l’iscrizione sede vacante mdcc. Evvi al rovescio lo Spirito santo coll’arma di Monsignor Gian Battista Anguisciola Presidente della zecca, e l’iscrizione non vos relinqvam . orphanos anno ivbil. L’esemplare che io pubblico appartiene al mio amico signor Luigi Franchini.

N. LXIX. Diverso di conio sebben simile per la leggenda e per gli oggetti che rappresenta, è lo scudo descritto dal Cinagli al numero 3, pagina 282.