Pagina:Monete e medaglie degli Spinola.djvu/52

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tiones clarorum hominum è quella, che recitò Giacomo Spinola Dottore in legge, ambasciatore della Repubblica al papa Alessandro VI. In Barcellona vide la luce nel 1596 un discorso da Nicolò Spinola colà detto, nell’aula dell’Università De laudibus Principatus Cathaloniae, et Barchinonensium nel 1596. Un’orazione manoscritta di Paolo figliuol di Giacomo ricorda lo Spotorno, conservata tra i manoscritti dei signori Fransoni. E questo Paolo tradusse il Sallustio, e stampò quel volgarizzamento il Valvassori di Venezia nel 1564.

Pochi sono gli storici usciti da questa famiglia. Singolarmente lodato è Gian Battista di Nicolò che narrò le cose genovesi dal 1572 al 1576 con singolare senno, e bellezza di stile, sicché il suo racconto meritò di veder la luce nel 1839 per cura del compianto Vincenzo Alizeri degno fratello del dotto Cav. Federico.

Giuseppe monaco cassinese raccolse le Memorie del Monastero della Cervara, che manoscritte serbansi nella Biblioteca della R. Università genovese. Tra i Manoscritti lasciati alla Repubblica dal senatore Federico Federici vi era una Storia di Genova di Monsignor Francesco Spinola, che dalle più antiche memorie che si hanno della Liguria arrivava alla guerra di Gerusalemme. Io non so se alcuno vide mai tal volume, e come andasse smarrito.

Di Andrea, afferma il Soprani, che lasciò un discorso sulle guerre fra Genova e Savoia del 1625, ed egli è certamente l’autore delle Ponderazioni politiche, che leggonsi manoscritte in molte Biblioteche, ed io stampai l’indice di esse nel mio volume Carte e Cronache manoscritte pag. 56. Questo lavoro nelle idee e nello stile molto si avvicina al Dizionario di Gian Andrea, ed in entrambi ri-