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Pagina:Monete inedite dell'Italia antica.djvu/14

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tangelo, che tra l’immenso numero delle sue medaglie comprende pure la più ricca e la più completa raccolta di monete venosine, fuse e coniate. Quivi ammirasi ora fra gli altri l’unico ed importantissimo ponderale con le teste de’ due quadrupedi, recentemente pubblicato dal ch. Avellino (Bullett. arch. nap. tom. II, p. 35, tav. II, n. 6), da un disegno ricevutone dal P. Baselice, allorchè fu rinvenuto nel 1839 nelle rovine della città stessa a cui s’appartiene1. Le incessanti cure che uno de’ più illustri numismatici dell’età nostra, il ch. cav. D. Michele Santangelo, ha rivolte da più anni alla collezione delle antiche medaglie, ne fa sperare, ch’ei voglia quanto prima arricchir la scienza di preziose scoperte sulla numismatica antica d’Italia, che da lui solo possono attendersi, comechè possessore in tal genere del più insigne medagliere d’Europa.

Il busto d’Ercole con la t. coperta dalla pelle del leone, ed avente sulla spalla la clava, vedesi nella medaglia del n. 4, ove la forza eroica ed atletica del nume è rappresentata, secondo le tradizioni della scuola di Policleto, con proporzioni gigantesche; copia forse di simile statua ch’era altra volta in Venosa in qualche tempio innalzatogli in un vicino colle, come si ha dallo stesso calendario venosino: C. PR. HERC. MAGN. CVSTO. DIO. FIDIO. IN COLLE) lupoli, Iter Venusinum p. 274, 281).

Veggonsi nel riverso i Dioscuri astati, riconoscibili al pileo ed alla clamide svolazzante, genii della luce, e perciò uniti in stretto legame con Ercole, che i miti talvolta identificarono col sole2. E sonovi pure le lettere C A Q iniziali d’incerto nome di magistrato romano, che alcuno crederà

  1. Alla insigne illustrazione fattane dal ch. Avellino, che in que’ tipi ha riconosciuto un’allusione al nome della città, può aggiungersi: che anche il solo cinghiale delle altre medaglie, è per la sua lascivia simbolo speciale di Venere, secondo Eustazio (ad Dion. Perieg. v. 852). Al qual proposito può richiamarsi fra gli altri Ateneo (Deipnos. l. III, §. 49, tom. I, p. 373 ed. Schweighaeuser): si veggano inoltre il Wilde (Sel. Num. p. 169) e l’Eckhel (Num. vet. anecd. p. 223).
  2. Tra i molti monumenti rappresentanti queste divinità, parmi opportuno rammentar quello ove i Dioscuri sono accompagnati dalla Luna, e che trovasi pur richiamato dal Muller (Arch. §. 420, n. 5).