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stini (Lett. num. tom. VI, p. 5): questa è presso il ch. Bonucci.


TARENTUM in CALABRIA.


1. T. di Pallade galeata a d., e dietro il capo AN (mon.).

Rov. Ercole in piedi, avente nella d. la clava, e nella s. le spoglie del leone ed un albero: nell’esergo ΣΑⱵ (mon.), arg. 1½, tav. II, n. 4.

2. TA. Diota, ed allato il bucranio.

Rov. Diota in mezzo a due astri, br. 2½, tav. II, n. 5.

Sebbene anepigrafa, per la fabbrica ed i nomi de’ magistrati attribuisco a Taranto la prima, recente acquisto del museo Santangelo. È notevole la particolarità dell’Ercole δενδρόφορος che vien singolarmente illustrata da un luogo d’Eudocia (Violeto p. 83 ed. Villois.), e che in riguardo all’albero infernale fa pure riscontro con quello rammentato nella lamina d’oro del ch. Millingen, rinvenuta ancor essa in queste regioni (Bullett. dell’Inst. 1836, p. 149). Divido in due il monogramma del riverso, e leggo ΣΑλωνος ed Ⱶηρακλητος 1, siccome in altre leggende delle stesse monete, e supplisco ANθρος quel del dritto, perchè il solo che cominci dalle medesime iniziali.

Per l’altra di bronzo, torna a proposito l’osservazione del ch. Avellino, il quale ha riconosciuto in que’ tipi un simbolo allusivo ai Dioscuri (Bullett. arch. nap. tom. II, p. 10).

La t. di toro, messa a riscontro delle iniziali, accenna indubitatamente al nome ΤΑρας.

HERACLEA in LUCANIA.


T. di Ercole coverta dalla pelle del leone a d.

Rov. Ercole ed il leone: tra le gambe ΙΦ, nel campo qH e la clava, arg. 2, tav. II, n. 6.


  1. A questa città debbon restituirsi quella monete, che avendo per intero lo stesso nome, eran state erroneamente dal Mionnet attribuite ad Eraclea (Suppl. tom. I, p. 299).