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90 CANTO


XXIII.


In somma, nel paese de’ villani
     Vomitato per tutto apertamente
     Della coda fu visto, e delle mani
     Tutto il velen dal rustico serpente:
     Ma quivi adesso un abbajar di cani
     Interrompe il mio Canto, e nuova gente
     Mi fa veder in Chiesa appunto entrata
     In forma di solenne mascherata.

XXIV.


È l’Ossaja un villaggio, in quella parte
     Che da Cortona guida al Trasimeno,
     E le reliquie ancor serba di Marte
     Fra l’ossa antiche il fertile terreno,
     Dove Annibale già trovò le carte
     Della fortuna in suo favore appieno;
     E con l’asso di spade nelle mani
     Il gioco vinse marcio anche ai Romani.

XXV.


Or mentre quivi il Frate predicava
     Videsi comparir con divozione
     Dodici Preti, e ciaschedun portava
     D’un Apostolo il segno, e di passione
     Un istrumento, in cui rappresentava
     Chi Pietro, chi Giovanni, e chi Simone,
     Chi Giacomo, chi Andrea, e chi Taddeo,
     E chi Filippo, e chi Bartolommeo.