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96 CANTO


XLI.


Qui si sentì per primo Tofanone,
     Che disse: Padre santo, io per dispetto,
     Feci una burla ad Angel di Simone,
     Mentre una notte si trovava in letto;
     E di sal forestiero in conclusione
     In casa gli cacciai un buon sacchetto,
     Con dirlo poi ai Sbirri; e in una sera
     Feci a costui buscare la galera.

XLII.


Accuso, Padre, e a tutte le persone,
     Diceva un altro, la coscienza ria:
     Più di vent’anni son, la Confessione
     Non so dirvi per me che cosa sia:
     Perchè poi di saldare ebbi intenzione
     In una volta ogni partita mia,
     Con trattenermi, ed aspettar fra tanto
     Un Giubbileo del Papa, o un Anno Santo.

XLIII.


Per ogni bosco, e per le macchie al passo
     Con l’archibuso mio sempre alla mano,
     Spesso mi son pigliato qualche spasso
     Con tirare alla volta del Cristiano;
     Con gli assassini poi più d’uno scasso
     Feci peggio d’un Turco, o d’un Marrano;
     Più volte andai con simili furfanti
     Alla caccia di Fiere, e di Mercanti.