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50 CANTO


L.


L’orecchie or voi, non gli omeri porgete,
     Vaghi fanciulli a me cotanto cari,
     In man dei genitori il cor mettete,
     E ciascheduno ad obbedire impari;
     Che quelli amare ed onorar dovete:
     Un Gentil ve l’insegna a sensi chiari,
     Col dir: Parentes ama, e che a voi tocca,
     Vel raccomanda un che ha Catone in bocca.

LI.


Fuggite que’ viziacci maladetti,
     Che figli sono delle notti opache;
     Fate che il gioco voi più non alletti
     Di scaricabarili, e calabrache;
     Fuggite quei che negli amati oggetti
     Godono il tristo odor delle cloache;
     Se andar voi non volete nell’Inferno
     Con il brutto Babau in sempiterno.

LII.


Oh se foss’io pedante, o a me toccasse
     Menarvi a spasso, e aver di voi la cura,
     Farei, farei ben’io che ognun cercasse
     Cangiar costume, con cangiar natura;
     Sempre col nerbo in quelle mele grasse
     Batter vorrei, e con la sferza dura
     Mortificarvi, s’io v’avessi sotto,
     Per farvi buoni divenir ut octo.