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ramento che contemporaneamente ebbe pure a determinare l’abbassamento del limite superiore del bosco come ben comprovano i resti di alberi trovati qua e là sulla catena alpina in zone più elevate dell’attuale limite superiore.

Per quanto questo abbassamento si sia svolto lentamente, ciò nondimeno esso non era neppure sfuggito all’osservazione dei nostri montanari. Infatti da una relazione del 1783 di Vignet des Etoles sulle condizioni delle foreste nella valle d’Aosta apprendiamo che «dans quelques localités, comme Cogne, La Sale, Courmayeur, on s’etonne de ce que les bois ne repoussent plus sur les sommités mème après un siècle. On attribue cela à l’augmentation des glaciers...» [93] Questa testimonianza ha tanto maggior valore essendo stata fatta verso la fine del XVIII secolo e quindi in epoca anteriore ai grandi massimi del 1820 e del 1855.

Se il limite superiore del bosco di conifere ha subìto un abbassamento per il peggioramento nelle condizioni del clima è verosimile che si sia pure verificato un abbassamento o comunque una variazione di altre determinate specie vegetali molto sensibili alle influenze climatiche. Nel mio citato studio sulla valle di Challant [62] avevo già fatto rilevare come il ciliegio, il noce e la vite si spingessero un tempo molto più in alto. Così ceppai di viti vennero trovati a S. Valentino (circa 1300 m.) sotto Brusson durante i lavori della costruzione della strada carrozzabile. Radici di viti sono venuti inoltre alla luce anche in questi ultimi anni nel dissodare alcuni terreni di Curien a m. 1250 mentre attualmente il limite superiore della vite nella valle di Challant non supera gli 800 metri.

Il Peola nel suo studio sulla coltivazione dell’olivo in valle d’Aosta [69] ricorda che da documenti storici risulta che in tempi anteriori ai nostri, l’olivo fu coltivato in questa valle ed ha fruttificato, mentre attualmente non può essere coltivato se non come albero di ornamento.

Del resto già il Venetz (op. cit.) oltre un secolo fa ebbe a rilevare che nel Vallese il ciliegio subì un notevole abbassamento. Detto autore ha ancora ricordato molte altre località del Vallese poste molto al di sopra del limite normale della vite e del noce, dove al principio del secolo scorso non davano frutti nemmeno i ciliegi, mentre molte vestigie e testimonianze comprovavano che in passato esistevano dei vigneti e dei noceti. Così presso Taerbel nella Valle di Viège, una proprietà detta Zur Stapfen doveva annualmente alla chiesa principale di Viège una certa quantità di olio di noce proveniente da detta proprietà, dove all’epoca del Venetz (1821) esisteva soltanto uno striminzito ciliegio.

I vari elementi portati a conforto d’un abbassamento del limite superiore della vita vegetativa sono talmente tanti e per di più così concordanti fra di loro che mi sembra fuor di luogo il mettere in dubbio la reale esistenza d’un periodo a clima più mite nei secoli che precedettero il grande sviluppo delle masse glaciali iniziatosi verso la metà del XVI secolo.