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gato allo spopolamento montano. D’altra parte però non riteniamo che l’abbandono dei villaggi del Breuil nell’alta Valtournenche e di Prarayé nell’alta Valpelline possa imputarsi alle medesime cause, perchè il loro abbandono era avvenuto già al principio del XVII secolo ossia in un’epoca in cui si ebbe un vero incremento demografico anzichè uno spopolamento. Riteniamo che la causa del loro abbandono sia da ricercarsi nel peggioramento delle condizioni climatiche. Scrive l’abate Henry a proposito del villaggio di Prarayé [66]: «Si en 1600 il y avait encore 18 familles, il y en aura eu certainement de plus en 1500, 1400 et 1300. Pour vivre, ces familles avaint surtout besoin du blé et de froment (le foin ne manquait pas). Or, en récoltait principalment ce blé et ce froment sur les pentes ensoleillées de Pramontjoux où on voit encore aujourd’hui sur le terrain toutes les traces des champs avec leurs murs de soutènement. A ce Pramontjoux (2100 m.) au couchant et au dessous de Prarayé, chantait même gaiement un moulin, puissant l’eau au torrent d’Oren. La présence d’un moulin à Prarayé indique que la céréaliculture y était assez étendue. Il est parlé de ce moulin dans une Reconnaissance du 11 mai 1499: les feudatares de Prarayé passent reconnaissance de ce moulin à leur Seigneur de Quart en ces termes «recognoverunt tenere in feudum rivagium unius molendini levandum in torrente de Oreyn ad conducendum quo voluerrint infra limites et pertinacias Prati Rayer cum aliis artificiis ipsius molendini et suis conductibus».
Anche al presente pur in un periodo di così profondo regresso glaciale, sarebbe un’impresa non facile ad attuarsi il far maturare della segala e del frumento in quella regione ed in quantità sufficiente per mantenere per tutto l’anno 18 famiglie e più. Logicamente le condizioni del clima dovevano essere molto migliori e per conseguenza molto arretrati i ghiacciai.
E tali condizioni di clima migliori dovettero già perdurare da molto tempo se i grandi progressi del XVII e del XIX secolo ebbero ad abbattere antichi villaggi e secolari boschi. Anzi in base ad alcune interessanti osservazioni fatte da Klein e riportate dal Kinzl (ope. cit., pag. 372) ci permettono di andare ancora più in là.
Nelle immediate vicinanze di molti ghiacciai, e precisamente ai bordi esterni dei depositi morenici, si trovano degli antichissimi boschi di larice e di pino cembro. Così il Klein in base ai cerchi di crescita annuale ha trovato nella regione del ghiacciaio di Findelen nella valle del Visp un pino cembro di 1200 anni, ed un altro di 750, nonchè un larice di 500 anni. Ora tutto ciò viene a confermarci, come avevamo già detto, che lo sviluppo glaciale dal XVII al XIX secolo fu non solo il maggiore che si sia verificato in epoca storica ma bensì anche di ogni altra oscillazione succedutasi dopo il ritiro post-dauniano. Aggiungeremo ancora — essendosi le relative oscillazioni manifestate entro limiti molto ristretti — che detto sviluppo corrisponderebbe ad un vero stadio d’arresto, il primo dopo quello dauniano.