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Le opere che egli condusse furono davvero meravigliose per arte, per istile purissimo, per leggiadria e per concetto, e collocano il nome del nostro Nicola di Guardiagrele, finora, per somma incuria, ignoto nella storia artistica Napoletana, fra i primi che nobilitarono e restaurarono l’arte del cesello.

Questo superbo palliotto venne dunque compiuto durante il tempo che teneva la signoria della Città Giosia di Acquaviva, signoria che, al dire degli storici Teramani, fu la più mite e la pia liberale di tutte le altre che si erano succedute. L’opera fu incominciata nel 1433 1 e compiuta nel 1448, ossia nello spazio di quindici anni. Presenta essa nel mezzo il Salvatore del mondo, circondato da raggi luminosi, che sostiene con la mano sinistra un libro aperto, nel quale si legge; Ego sum lux Mundi, via, veritas, et vita — mentre tiene la destra levata in alto nell'atto di benedire. A destra si vedono i quattro Evangelisti, con epigrafi tolte da’ primi versetti dei loro Evangeli; a sinistra i quattro Dottori della Chiesa Latina. Scolpi poi, in altrettanti quadretti simmetricamente disposti, i principali misteri di nostra Redenzione: L’AnnanziazioneLa Nascita — L'adorazione de’ MagiCristo che disputa con i DottoriLa fuga in EgittoCristo tentato dal demonioCristo tolto dal SepolcroGli Apostoli e le MarieL’ultima CenaLa TrasfigurazioneCristo in mezzo a’ GiudeiEcce Rex IudeorumLa FlagellazioneCristo coronato di spineCristo condotto al CalvarioLa CrocifissioneCristo deposto nel sepolcroLa risurrezioneCristo che apparisce alla MaddalenaCristo adorato dagli AngioliE poi la discesa dello Spirito SantoIl giudizio di SalomoneSan Francesco che riceve le stimmate. Altre figure di Santi e Sante ed emblemi diversi, condotti a niello con grande finezza e bene armoniosi colori,

  1. Come dalla seguente iscrizione che vi si legge:

    Ave. Maria, gratin piena, Dominus tecum.

    Anno Domini MCCCCXXXIII.