Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/23

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Ed il vostro profeta allora anch’esso
260La fronte sua discoprirà del velo
Che or ne asconde la luce, e rallegrata
Quant’è vasta la terra avrà conforto
Da’ rai di questo glorïoso aspetto.
E tu giovin guerrier, ben giungi a queste
265Sacre contrade; — ma ti resta ancora
Qualche rito a saper, qualche fralezza
A mettere in obblio, prima che splenda
Sulla tua fronte il candido cimiero
Che mio guerrier ti segna; ove cotale
270Tu divenga una volta, essere il devi
Fino alla tomba.» — Terminato è il rito
E le turbe n’andâr; ma forte ancora
Nell’orecchio e nel cor di ciascheduno
Mormora il suono di que’ cupi accenti,
275Qual se d’Alla medesmo il santo labbro
Proferiti li avesse. I giovinetti
Di maraviglia ingombri eran rimasti
De’ cimieri alla vista e delle lance
E del trono splendente e più degli occhi
280Che brillavan dall’alto; intenti e fisi
Stavano i vecchi sul promesso regno
Di verità, di pace, e le fanciulle
Dardeggiavano occhiate ai sottoposti