Pagina:Morandi - Origine della lingua italiana.djvu/19

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della lingua italiana 7


Nel secolo XVI, mentre Gioacchino Périon faceva derivare il francese dal greco,1 il Giambullari (nel Gello) sosteneva che la nostra lingua derivasse principalmente dall’etrusca, la quale, secondo lui, era figlia dell’aramea e sorella della caldea e dell’ebraica. E poichè egli aveva avuto la rara fortuna di conoscere un prete armeno, “grande, magro, bruno e di lunga capellatura, il quale affermava che l’arca di Noè era ancora nei monti loro, non intera già, ma conquassata e rovinata in gran parte da alberi grossissimi che vi eran nati:„ gli pareva evidente che il Janus dei Romani provenisse, come aveva già detto il suo amico Gelli, da jain, “voce aramea ed ebrea, che significa vino, e da no, che vuol dire famoso, cioè famoso e celebre per il vino;„ e che perciò fosse tutt’uno con Noè, il piantatore della vite, venuto nell’Enotria, la terra del vino, a diffondervi l’arameo, e poi “gloriosamente sotterrato nel monte Janicolo.„


    attraversare l’intiera Franca-Contea e metter capo ben dentro al territorio lorenese (sezioni dei dipartimenti del Jura, del Doubs, dell’Alta Saona — si raggiunge anche l’Alsazia con la varietà di Giromagny, distretto di Belfort — e dei Vogesi). Ma Francia è oggidi anche la Savoja, tutta franco-provenzale; e son franco-provenzali, nella Svizzera, i dialetti proprj dei cantoni di Ginevra, del Vaud, di Neufchâtel con un piccolo tratto di quel di Berna (tra il Jura e il lago di Bienne, ma son francesi, all’incontro, i vernacoli del Jura bernese), della maggior parte del cantone di Friburgo, e della sezione occidentale del canton Vallese. Di qua dall’Alpi, finalmente, spettano a questo sistema i dialetti romanzi che sono proprj della Valle d’Aosta, e quello della Val Soana.„ (Arch. Glott., vol. III, pag. 61-62.)

  1. De origine linguae galliacae et ejus cum graeca cognatione dialogorum libri IV (Parigi, 1555).