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fluenza delle idee sintetiche del Lamarck e delle teorie geologiche del Lyell, raggiunsero però nel Darwin uno sviluppo così rigoglioso e si costituirono a corpo di dottrina così serrato e fecondo solo per mezzo della diretta osservazione della natura cui egli dedicò mezzo secolo, e in virtù di quella pazienza che, al dire del Buffon, costituisce il vero genio.
Nessuno forse meglio del Darwin era predisposto a portare la luce nell’oscuro problema dell’origine delle specie: ve lo preparavano, come dissi, condizioni speciali di famiglia, eredità di ingegno, indipendenza di censo, tranquillità di studii, e più ancora una profonda ed estesa coltura in tutte le branche della storia naturale. Geologo, paleontologo, botanico, zoologo e fisiologo ugualmente sommo; ingegno eminentemente sintetico e spirito profondamente osservatore; cauto nella deduzione, arditissimo nell’induzione; strapotente nello scorgere i rapporti dei fatti e nell’apprezzarne il significato, Carlo Darwin ha pochissimi che l’eguaglino nella meravigliosa coltura della mente, nessuno che gli stia presso per la semplicità e serenità del procedere nella scoperta delle leggi generali dei fatti e per quella, quasi direi, ingenuità limpida e trasparente propria solo dell’uomo di genio. La storia della pubblicazione dell’Origine delle specie è a tutti ben nota. Da venticinque anni la teoria del trasformismo per selezione naturale degli organismi viventi in causa della lotta per l’esistenza s’andava maturando nel suo cervello. Ritornato dall’America, egli non aveva potuto per più anni farsi un’esatta idea del processo modificatore delle specie: solo lo studio delle variazioni indotte dalla domesticità nei vegetali ed animali coltivati dall’uomo, gli aveva fatto scoprire il grande principio della scelta metodica. La lettura fortuita del libro del Malthus sul principio della popolazione gli fece balenare nel pensiero l’idea della scelta naturale (natural selection), che egli poteva finalmente spiegare colla lotta per l’esistenza o concorrenza per la vita (struggle for life). Ma sebbene le note di fatti favorevoli s’andassero accumulando nei suoi cartolari, e ad onta che da lungo tempo fossero state da lui scoperte tutte le leggi accessorie del trasformismo, fra cui ultima, per sua confessione, la legge del principio di divergenza, nullameno il Darwin avrebbe ancora ritardata la pubblicazione della nuova teoria se non vi era spinto dai suoi amici, il Lyell e l’Hooker, per tema che quell’immane lavoro di un quarto di secolo dovesse andare perduto. Si sa che Alfredo Wallace,