Pagina:Morselli - Carlo Darwin, Milano-Torino 1882.djvu/35

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Darlingtonia, i Nepenthes, e non poche specie d’Utricularie. È notevole come Erasmo Darwin nel 1761 si contentasse di supporre che la Dionea si circondava di tali tranelli per difendersi dagli insetti depredatori, ma Carlo Darwin, centoquattordici anni dopo il suo celebre avolo, forniva ben altra e più esatta spiegazione del fenomeno. Egli, dopo lunghe esperienze continuate per molti anni, provava come mettendo delle sostanze albuminoidi sulle foglie e negli utricoli di queste curiose piante, ne avvenisse una vera digestione ed assimilazione per opera dei succhi segregati dalla superficie interna degli organi di ricatto e di presa, come la sensibilità della Drosera non fosse svegliata invece da corpi inorganici, e come questa funzione digestiva fosse utile alla intera pianta: in altre parole, ogni vegetale insettivoro o carnivoro discioglie e digerisce le sostanze proteiche allo stesso modo con cui lo stomaco degli animali dissolve e chimifica gli alimenti. Però occorre notare che i processi di nutrizione delle piante sono in generale assai differenti da quelli degli animali ed hanno luogo soltanto per combinazioni chimiche molto semplici: nullameno può il protoplasma degli animali, di guisa che le piante carnivore, con tanto acume e novità di indagini illustrate dal Darwin, costituiscono un nuovo anello nella catena continua degli esseri viventi.

Uno scritto del 1876 (The effects of Cross and Self-fertilisation in vegetable Kingdom, London) contiene una serie numerosissima di ricerche dirette a risolvere il quesito dei vantaggi della fecondazione incrociata nel regno vegetale. Sebbene in natura a meglio assicurare la riproduzione delle piante serva il loro ermafroditismo, basta l’osservazione più semplice per convincersi che l’autofecondazione è assai meno vantaggiosa all’individuo dell’incrociamento, e che la natura aborre in generale dalle nozze consanguinee. La dicogamia di moltissime specie, la deistogamia o esistenza in una stessa pianta di fiori sterili e di fiori fecondi (scoperta anch’essa dal Darwin), l’utilità degli insetti pel trasporto del polline da un fiore all’altro e da una pianta all’altra, ed altri fatti simili furono il punto donde prese le mosse il Darwin per istudiare l’interessante problema. Durante undici anni e colla cura più scrupolosa egli esperimentò su 2177 piante spettanti a 57 specie e a 52 generi di tutte le parti del mondo, tenute sotto osservazione dalla germinazione fino alla maturità delle sementi: e solo dopo tutto questo lavoro potè