Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/130

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agli ultimi limiti, anche a costo dei più insopportabili tormenti, sia lo stesso che uccidere„; e, naturalmente, la cita per combatterla. Forse che egli, nella sua incompetenza, crede che la Medicina sia in grado, coi farmaci e con le droghe, di allungare “inutilmente„ la esistenza dei pazienti in agonia, cosa che nessun medico, per quanto poco versato in Biologia, può mai avere seriamente creduto? Così egli sembra credere che soltanto i medici possedano quelle conoscenze che pongono in mano all’uomo i mezzi per tagliare indoloramente lo stame della vita. Ma sta il fatto già citato che in ogni tempo ed in ogni paese chi si vuole uccidere sa scegliere talvolta dei modi di morte sicuri, istantanei e perciò poco o punto dolorosi, o almeno tali che il passaggio da vita a morte sia il più breve possibile, come accade nelle precipitazioni da grandi altezze o nello schiacciamento sotto treni ferroviari; ora ciò prova che il Poeta è fuori di strada.

Prescindo infine dal presupposto dubbio che angustierebbe i medici davanti a ciò che potrà essere pel morente, che essi assistono, la sua sorte nell’Al di Là. Questo Enigma insondabile non ha alcuna relazione con la funzione strettamente medica; potrà farselo soltanto, per una domestica rispondenza di credenze religiose, la famiglia dell’infermo.

Ma qui non insisterò di più in questa mia critica al geniale eutanatista: ritornerò più avanti su altre sue affermazioni; qui mi con-