Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/142

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Il terrore del trapasso.


Abbiam visto che, anche a prescindere dai casi di lento e disperato morire, Bacone e Moro, seguìti da buon numero di eutanatisti, hanno di mira proprio il momento del trapasso imaginandoselo penosissimo in ogni vivente. Ma è ciò vero? La cosa è dubbia, e già lo abbiamo detto.

L’agonia ha svariate manifestazioni a seconda della malattia di cui è l’esito e può durare un tempo diversissimo, da pochi minuti e da qualche ora a qualche giorno; e si capisce che la eutanasia non sarà applicabile, se non alle agonie prolungate e di aspetto impressionante. Quelli che più svegliano pietà ed orrore sono gli agonizzanti in cui la respirazione, fattasi dapprima irregolare per indebolimento della muscolatura degli organi respiratorii, diventa sempre più stentata, faticosa, alternata da singulti e da sospiri, talvolta con quelle intermittenze che costituiscono il così detto fenomeno di Cheyne-Stockes. In tutti questi infermi, per lo più vecchi od esauriti, il muco non potendo essere espulso con sufficienti moti di tosse o per progrediente insensibilità dei bronchi e della trachea, vi si accumula, e smosso dalla vieppiù affannosa ventilazione polmonare vi gorgoglia e produce il rumoroso rantolo mortale.