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II.

Nè la donna rimase straniera ad un movimento ch’era per lei il problema dell’essere e del non essere, ad onta che le istituzioni (che sempre e dovunque sentono il passato più assai che il presente) ed i costumi, che da ogni lato la tiranneggiavano, si frapponessero pressochè insormontabili fra la sua mente e le idee del tempo.

Incominciando la nostra rapida escursione attraverso le contrade percorse dalla civilizzazione occidentale, siamo liete di poter chiamare l’attenzione dei nostri lettori sopra un paese nel quale il misoginismo asiatico lottò mai sempre con poca fortuna contro l’influenza del platonicismo ristaurato dal genio d’Occidente, e dove la donna, curva come altrove sotto oltraggiose istituzioni non fu però straniera mai alla vita del pensiero.

Il diritto feudale inserito nel vecchio diritto romano, arrestò il progressivo miglioramento nelle condizioni della donna, già da esso inaugurato, ma non potè però impedire al genio prepotente di molte donne in Italia di forzare l’angusta cerchia tracciatagli dalle istituzioni.

Amalasunta che, reggendo l’alta Italia nella minorità del figlio Atalarico, persuadeva per la prima alla sua nazione, essere un principe sapiente assai da più d’un principe belli-