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96 Il Cristianesimo Felice

interrogar- Sovente il Confettare, fe quefto-oquello fra peccato. E quando poi fanno f o s’avveggono d’avere m qualche-maniera offefò Iddio , con sì tatto dolore e pianto Se ne accuSano,. che! cavano le lagrime - -dai Sacerdote ftefTo, pieno- allora di confolazione all’offervaiev come lo Spirito del Signore operi in quelle Anime , mentre tant’ altre della fletta Nazione- continuano a vivere Senza conofceqza alcuna di Dio , e con sì fregola» e beftiali .coftumi . Poveri fon d’ordina-, rio , pure gareggiano infieme a Soccórrere chi è- Eiù povero di loro ; ed allorché fi tratta di tab- ricar Chiefe, o- far'altro , che riguardi il culto di Dio, lafeiàno volentieri ogni altra loro» faccenda, e Spontaneamente fi affaticano, e contribuiscono ancora, acciocché fi» ben Servito il Signore nel Suo Tempio. Quella cera Spezialmente, che raccolgono da certe Pecchie appellate Opemus, la confa erano in onore di Marta San-, tàtthna, di cui fon diyotiffìmi, e. a cui non. danno-altro titolo, che di Madre , per effer quella bianchiffima, e la migliore dell’ altre. E benché» uh giorno il Miffionario, conóscendo la lor povertà, li configliàfiè di venderla per loro ufo , qnafi fe ne offefero., e rifpofero , che avendola offerta, alla lor buona Madre, ad etta. taccheria di Soccorrere a i Ibi bifogui


CAPITOLO XII.


Della Musica de gl’ Indiani, e della lor frequenza alle Chiese.


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N’altra invenzione di gran riguardo per nudrire ed accreftère la Divozione de nuovi Fedeli Americani, é per tirare anche gl’infedeli alla