Pagina:Muratori-Cristianesimo Felice-vol 1-1752.djvu/163

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"pio Iti rateo Irò lì rifCuote da tatti nella ftefflà ' quantità, e fi -conferva ne’ granai / o ‘fià ne’ Ma- ■ gaazìnì del-Pubblicó per porer femmàre* freii’Ao- ' no' appretto . Senza- tal precauzione fuor didub- '4io e, che mangi erebbono tutto: In oltre lì appretta * i più d’eflì' tino o più paja di bpoi per 'arare. -’Se fòflerolor pròpri, non faprebbérecon-- •fervatli , effendofTtalvolta olfervato , die dopo, -jrrer lavorato con etti/ per' hdn durar fatica aj -rimetterli fotto il giogo , non glìèl levano ■mai' da! collo, lafciandoli così'legati , come H legarono ìa prima volta .-Altri ancóra'arrivaho ad ammazzarli, e a mangiarteli1 in brève colla lor famiglia fenza rendere altra ragióne , quando foh cólti'nel fallo , fé non thè aveaho fame . Perciò i Miflionarj Scelgono alcuni de^fn'ù attivi ed aócòrri pèr Miniftri del Popoloacciocché come Infpettori vifitino, al -debito tempo, fe tutti lavorano* feminàno, raccolgono, e conservano il raccolto,-acciocché batti alla lor famiglia pél vitto'e •veftita di tutto l’Anno; e fe tengano buon conto dé gliàriimali; e dove li trùóvano mancanti, li fanno gaffìgaf e fecondo il demerito, 'richiedendo il privato, e ’pubbliCo bèfte , che oghùrifòddis- facciaralTno dovére ,’ e Che i diligenti'non abbiano a manttneré i nqghittofi. Contuttòciònon fon-' pùChi coloro, a’quali verfo la metà del l'anno manca il vitto; o per cagione d’ infermità , •o d’ altredifavventlite, opure per la lóro irre- «jediàMl negligenzao pèr l’imprudènte Prodi • galifà ' ih confumare . il ricólto Ma perchè io quelle Popolazioni nón Ti vùol tollerare 'alcun mendicante, o chi pruovi Ta tentàzròn ’dì^rubare per neceflità : lo fpèdierité, che s’è prefo, è quefto . Oltre a i ' podéri ' adeguati1 al pàttreoia- re, v’ ha .'alcuni altri -fpaziofi campi-,-è de’-mi-