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D e l P a r a g u a i. 163

Costoro vanno per lo più ignudi, se non che portano un girello di piume, che cala dalla cintura al ginocchio, e si macchiano il corpo con varj coioti per apparir più terribili a chi li guata. Non pettinano mai, nè tosano i lor capelli, che perciò sono quanto mai possono essere scarmigliati, e orridi da vedere. Molti di loro portano incastrato nel mento alcun pezzo di vetro, o di latta, o pure un’osso, ornamento veramente bizzaro, che maggiormente li deforma . In forcina pare che ftudino di comparire, non uomini ma babnini, e beftie . Ora coftoro , oltre all* arc« , alle fréccie, e alla lancia, portano alla cintnra due palle rifonde di pietra, attacca* te con una berla di pelle alle due eftrenfità di una corda lunga due o tre braccia , fatta di pelle di vacca, la qual ferve loro di cingolo, ed è un’ arme fieriffima . Imperocché in occafión- di' combattere prendono in mano 1* una d‘ effe pietre , e cominciano venuta 1’ occafione a girar F altra per aria come una fionda , finché vien Io* ro il taglio di fare il colpo. Allora le lanciano benché da lungi con tale empito, che fe colgono uno nei capo, gliel fracaffano ; e fe in altra; parte, lo ftromazzano, perché fe gli attortigliano intorno alle braccia , o alle gambe , e il legano cori , che difficilmente può. più correre o muoverti : U che fatto, a man fai va l’afialtano ed uccidono* Célie fuddette palle per lo più prendono gii Strtìzrfolì, e fovente anche-le Tigri, e iLioni medefimi, Capendo effi tirarle condeftrCz- za mirabile alle gambe di quelle fiere, ed avviticchiarle in maniera , che non poffono più fvi- lupparfi . Ed allora córrono loro addotto , e le prendono vive, 6 le accoppano , come più loro piace v I Lionl per altro fon pochi hi compara-