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Del Paraguai. 13

tal vitupero de’ medesimi, tanto più esecrabile, quanto più tornò per colpa d’essi in disonore de i piissimi Re delle Spagne, e della santa Religione di Cristo, troppo abborrenti da ogni inumanità e violenza. Gran flemma bisogna ben che abbia, chi può da capo a piedi leggere l’Opera stampata di Bartolomeo de las Casas, Sivigliano dell’Ordine de’ Predicatori, e Vescovo di Chiapa, il quale ci lasciò la Storia della distruzione dell’Indie Occidentali, e tanto operò per salvare i restanti Indiani dall’incredibil tirannia di quegli assassini, che pur si chiamavano Cristiani. Testimonio egli di vista delle immense crudeltà, che ivi ne’ primi tempi delle conquiste commise la Nazione Spagnuola, ci assicura, che tutte quelle Isole e Provincie di terra ferma si trovavano all’arrivo de gli Spagnuoli piene di gente, quanto mai può essere terra abitata nel Mondo; e gente la maggior parte semplice, e senza malizia, paziente, e pacifica, da qual’anche fece buon’accoglimento a gli stranieri Europei. E pur questi spietati stranieri, dimentichi affatto non dirò solo del Vangelo, ma anche dell’essere d’uomo, non mai fecero fine alla strage di quegl’infelici Popoli infierendo a guisa di lupi fra mansuete pecorelle, trovando continuamente pretesti, e nuove maniere di fierezza per ispogliare de’ lor tesori ed averi, e poi della vita, tante Americane popolazioni. Fa conto il Vescovo suddetto, che nello spazio di quarant’anni i suoi Nazionali trucidarono, o fecero in altre guise perire circa venti Millioni d’anime in quelle conquiste, disertando con questa empietà e barbarie innumerabili Città e Ville di quelle parti, le quali restano tuttavia sfornite d’abitanti, e un monumento perenne di quel che può fare la cie-