Pagina:Muratori-Cristianesimo Felice-vol 1-1752.djvu/249

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Qra nave, che non poteva raggiugnerlo: un Véfcio di vento non preveduto èli fcavezzò per jpaezzo due alberi: il che vi afifcuro che ini ca- g‘ può grande orrore, perchè quando ricevè quel ro colpo , per cui caddero gli alberi., pafve propriamente, che fi rivoltai© o fphjfondatte la nave ; poi perché io temeva , che cadendo a piombo.quella gran macchina d' alberi o anten» hé fopra la genteaveffe fatta, troppa ftrage di pri (leggieri è di Padri . Ma il Signore fece la grazia, che tutto s’imbrogliò per l’ aria nettò Vele medefime, è nelle pnolte corde, che dall’un’ albero- pattano all’ altro., ficchè la gente ebbq tempo di ritirarli, e .di fchivare il colpo. Etti fi fermarono tòftoi e noi avvicinandoci dimandarsi^ no. .colla tromba pariante yfe avevano - blfógtìd di alcun foccorfo : al che ci rifpofero di nò , e Che. il. giorno (egtìehte fi farebbero rimetti in punto fli proficui re il cammino. £ ili.fritti così, avvenne,. perchè lavorando indefettamlenre * marinari e falegnami «poterò, in luóup de i tot* ti altrirdue alberi, che fempre fi pottafio di ri*t ferva in tutte le Havi per tutto ciò, che poffa accadere ; ed in meno di venti .orò fi poféro di nuovo con tutte Je vele in viaggio , 'fuori non-f 'dimeno delle due velette fopra la gabbia, Ché non: lì fimiferó mai nel reftb... della navigazione ,

Così per mezzo, di quefte turboiare, allequa* li. Accedeva iramediaramente Una calma ora df un mezzo giorno, ora di uno é due:, rii terna»* doli feambievolmente, giugnemmo finalmente alla Linea; nel pattare la quale non faprei efpremervi la coufolazidne, die pruovano i naviganti , di forte che. tutte le Nazioni, chi in una maniera, chi in un’ altra, fogliono celebrare io nave