Pagina:Muratori-Cristianesimo Felice-vol 1-1752.djvu/278

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fe no» per pia di Pratico» é ài fcandagli© ; laonde fed’ uopo «dare con maggiore cautela , che altrove . Non oftaate la quale demmo dot volt* terra, leggiermente nondimeno, di nodo che fendo il fendo non di pietra o di rena" ; am di loto motte, la nave, che toccò foiàmen- te colla catena un tratto, di pòchi patti, ftrifcio& fi aranti come (opta il fapone, fetta’ateo dan» tk o mavunente , che, di alzarli no poco il ti» anpe4 e d’intorbidarli un poco più l’acqua, per. cui ci accorgemmo , che avevamo , toccato fenda, ma cfre immediatamente eravamo entrari in acqua biffante. L’ordine pertanto,-che fi teneva per navigare colla maggior potàbile fictu**- xa , ejra quoto . Precedeva due e tre migliò il Pelacchio , che per eflère più picciolo e meno «amo , pelcava quattro o cinque piedi ' meno che l’akte navi » onde potava camminar più fi» caro. Avanti nondimeno inviava il fno fehife , od ateo mezzo miglio in còca avanti precedeva il, battello , che collo fcaadaglio andavano efaminando che feudo v’era. Addietro circa tré miglia venivano te nofirn navi, cioè S. Fnrace» feo,' e S. Stono dall’una parte' e- datt’altra ; edi cflè pure orano precedute cialcuna dal fuo fchi- fo e battello a vela, che andavano con lo fean- dagho cercando il cammino -, « mi fembravano appunto come 1 cani da caorta ,. che precedono il padrone girando qua e là in cerca del felva- rictr * Le navi stesse nondimeno non lasciavano mai lo scandaglio ; e un marinaro assegnato lo gittava ad ogni tratto come di un Miserere, gri- dando sempre ad alta voce, quando lo ritirava, 14 braccia , 13. e mezzo, quindici & c. Ma la regola principale per noi era il Petacchio, il quale teneva inalberata sopra la punta della veletta