Pagina:Muratori-Cristianesimo Felice-vol 1-1752.djvu/329

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▼amo più tofto qualche cófa del Martire , che del Profetai Da lì àd alcun’altro eh ci arrivò ancora per tèrra buon foccorlo di buoi ; con che cominciammo a refpirare un pòco ? benché a quefta confolazione fopragiunfe tofto un travaglio ; e fu una tempeftà più fiera 'ancor dèlia prima / per la qààlé non folo s’ affondarono quali tutte fe Balle , tha furono, talmente con- quaflate dall’onde, che fu d’uopo disfarne per lo meno fei. E ih quefta godette il Fiume qualche parte della nuova'provvifione ; ed un Padre per voler falvare.una borfa o valigia, che l’acque fi portavano Via, Cadde nel fiume, e corfe non lieve pericolo di annegarli. Ma la maggior perdita , òhe facemmo in quefta buratto , fu quella dell’ Olio fasto , che in affondarli la Balfa ‘fi perite : nel qual tiro ben di-, ritto colpi il Demonio . Alla tempefta fucce- dette. rinfeftazion dlffeTigri, che attratte dall!' odorè dèlia carne " Venivano a vifitarci . Due- et tre voke s’incoritràrorio in effe i' Padri 'hon fenza grave lor timore e pericolo. Molte più furono le volte , eh’èfl*e vennero *-vifitarci di. notte , tra le quàfVÉtià'entrò in una capanna , dovè giacevano due poveri Infermi » Per buona ventura flava li in terra un quatto di' bile : del che contentatali! la fiera fe ne patti fenza far’ «lrio danno Un’altra'fi àrdi per fino di entrare nella Canoa d’ uria Balfa , dove flava dormendo un’ uomo coperto con un cuoijo di bue » Al porre che fece la * Tigre fopra il* cuoio la zampa, fi (Vegliò l’uomo di fotto-, e diede uh grido da (paventato , pet quale non fapendo forfè la fiera, che' cofa folle, fpavehtatafi anch* offa tirò un lancio, e-fa ne faggi* Due di que-