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Del Paraguai. 49

apparirà da una Lettera del P. Cattaneo. La bontà, bensì dell’aria ha dato il nome alla stessa Città. In una delle sue Lettere esso P. Cattaneo scrive, che un solo Nobile Spagnuolo nella sua Commenda di estensione di trenta o trentacinque miglia possedeva circa trenta mila capi di bestie bovine di una grandezza e grossezza stupenda, il mantenimento de’ quali nulla costa, perchè vivono liberi alla campagna, pascendosi in que’ fertilissimi pascoli, di maniera che non più che sei Giulj Romani ivi si paga un bellissimo e grossissimo Bue giovane; e a questo prezzo ne vendeva egli ai passeggieri quanti ne volevano. Non si può già credere, che tanta dovizia potesse ottenersi in tutte l’altre parti del Paraguai, per la diversità delle terre, de’ siti, e per la minore abbondanza o scarsezza dell’acque. Tuttavia un’altra faccia prenderebbono assaissimi di que’ paesi, qualora vi penetrasse l’industria de gli Europei con varj alberi, grani, ed erbe dell’Europa, e dell’Asia, proporzionate a que’ Climi, e si attendesse a distrugger le fiere, ed altri animali nocivi. Intanto si truova la Solitudine e il deserto in assaissimi di que’ paesi, perchè gl’Indiani son sempre in guerra con gli Spagnuoli e fra loro stessi; e niuno, siccome dissi, osa di abitare e coltivar terreno sottoposto alle incursioni de’ Barbari. Somma in oltre è l’infingardaggine, e l’abborrimento alla fatica in quasi tutt’i Popoli Americani; male, che si osserva anche in altri assaissimi Popoli selvaggi dell’Affrica. Aggiungasi la trascuratezza de gli Spagnuoli, che poco o nulla curano di far fiorire que’ tratti dell’America Meridionale, dove si sono stabiliti. E se non si truovano alberi e frutta d’Europa in varj siti, è perché niuno si