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66 Il Cristianesimo Felice

piegare in sì fatti viaggi cinque e sei mesi dell’anno, senza sapersi da noi intendere, come trovino maniera di vivere in sì lontane parti, passando per paesi, ch’essi han prima ridotti in un deserto. La verità si è, che delle numerose Popolazioni, le quali abitavano intorno al suddetto Lago, poche son rimaste salve dalla rabbia di questi assassini, non potendo i poveri Indiani colle lor freccie far fronte a chi gli assalisce con armi da fuoco. Hanno eziandio spopolate e distrutte alcune Città de gli Spagnuoli, saccheggiando gli averi de’ Popoli, e seco conducendo quanti uomini, donne, e ragazzi, vengono alle loro mani. Ma sopra gli altri paesi la Provincia del Paraguai, esposta più che l’altre al furore d’essi Mammalucchi, piagne tuttavia gli effetti della loro indicibil crudeltà, per avervi distrutte quattordici Cristiane Riduzioni d’Indiani nel paese de’ Guaranisi, calcolandosi, che circa cinquecento mila persone, già ridotte al grembo della Fede e Chiesa Cattolica, sieno rimaste in varj tempi o uccise, o menate in ischiavitù da i suddetti assassini: cosa che non si può intendere senza orrore. In somma si fa il conto, che da che costoro si diedero a sì infame latrocinio, almen due millioni d’anime Indiane vi han perduta la libertà, o la vita. Nè si dee tacere, ch’essi nè pur godono uno per cento di tanta gente da loro presa, perchè per la maggior parte vengono meno per istrada que’ poverelli, trattandosi di condurli per tante centinaia di miglia fino a S. Paolo con immensi disagi, e mancanza di vitto; e i pochi ancora che v’arrivano, si consumano in breve tempo nell’aria cattiva coltivando le canne dello zucchero, e nelle fatiche delle Miniere, talmente che s’è veduto,