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100 benito mussolini

Panorama meraviglioso. Abbracciamo con lo sguardo tutta la Conca di Plezzo, inondata dal plenilunio. Otto ore di marcia. Attraversiamo Plusna, rasa al suolo dagli austriaci, e giungiamo alla tappa. In una baracca angustissima, capace di appena venti persone, troviamo posto tre plotoni. Facciamo mucchio. E’ accanto a me un bersagliere nuovo venuto cogli ultimi complementi. E’ un contadino umbro, tale Arcioni, un tipo posato e tranquillo, che sembra disorientato e smontato. Mi domanda:

— Fratello, è vero che siamo venuti qui per un’avanzata?

— Non lo so. E se anche fosse?

— Lo domando, per curiosità...

— Non so nulla. Coraggio! —

Sono stanchissimo e, appena disteso a terra, mi addormento.


17 Febbraio.

Nevica. Corvée: tavole per le baracche e pali di ferro per «cavalli di Frisia». Zaino in spalla! La compagnia si sposta tutta in prima linea, nell’ultima trincea. Si fa ancora una buona marcia per una mulattiera quasi impraticabile. Monto di vedetta alla estrema destra della trincea. Sono riparato da sacchetti di neve gelata e da uno scudo di ferro. Tutto il parapetto della trincea è di sacchetti riempiti di neve: fragilissimo. Dinanzi alla nostra trincea c’è un reticolato in gran parte sommerso