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che — quattro in tutta la trincea — e ci siamo messi in linea. Tutto ciò è avvenuto con la rapidità del baleno.

— Le bombe! Le bombe! —

In questo momento il nevischio ci frusta violentemente la faccia. Ecco le bombe. Il sacco era in consegna alla nostra squadra.

— Fuoco! —

Ho sparato tre caricatori. Poi mi sono scaldato le mani alla canna tepida del fucile. Gli austriaci non hanno sparato nemmeno un colpo.

All’alba ho visto un fenomeno strano, dovuto certamente all’azione dell’elettricità. La punta delle nostre baionette brillava come se fosse uscita dal fuoco. Anche il capitano ha osservato il fenomeno. Stamani, sole. Il bianco della neve abbacina. Solito bombardamento degli austriaci, contro le noste irreperibili batterie della stretta di Saga.


27 Febbraio.


Breve sole. Adesso nevica ininterrottamente da quindici ore. Di guardia alla trincea. Se continua a nevicare, la nostra situazione può diventare difficile. Oggi, per la prima volta, siamo rimasti senza pane.

La posizione della nostra trincea non ci permette, in caso di un serio attacco austriaco, nessuna possibilità di scelta: bisogna resistere sino all’ul-