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benito mussolini 129

ni della Selletta fra il But e l’Omladet. Le granate, scoppiando, chiazzavano di nero la neve. Pomeriggio di silenzio alto, interrotto soltanto dal rombo delle valanghe. Le quali non sono le valanghe dirò così «classiche» che si formano col «sasso che dal vertice» rotola giù nella valle. Sono in vece, grandi strati di neve che slitta dai costoni più ripidi, per effetto del vento o del peso della neve stessa. Qua e là, la montagna comincia a mostrare le sue rocce. E la primavera? Un tenente del battaglione ciclisti mi regala, come suo ricordo, una fotografia delle posizioni del Passo di Giramondo e del Volaja. Ieri, mentre gli alpini operavano il «cambio» dei piccoli posti in Bordaglia Alta, furono scoperti dalle vedette austriache. Tre morti dei nostri sono caduti nel camminamento tra la neve.

4 Aprile.


Ricognizione mattutina al valico del Volaja. Siamo ridiscesi per il torrente omonimo sepolto sotto la neve. Nel pomeriggio, nuova ricognizione su Bordaglia Alta. Siamo saliti per un pendìo ripidissimo. Erano con me il tenente Santi e tre alpini della compagnia volontari alpini. Indossavano il camice bianco. Questi volontari sono in gran parte carnioli e friulani. Gente del paese. Di tutte le età. Di tutte le condizioni sociali. Sbarrando i passi ai confini d’Italia, essi difendono le loro case, le loro famiglie, i loro villaggi che sarebbero i