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il mio diario di guerra 223

doloroso episodio di guerra, ed il ferito li ha narrati con precisione.

— Quale crede sia stata la causa dello scoppio? — ha chiesto il Re.

— Il tubo di lancio era troppo arroventato.

— Eh, già — ha aggiunto il Sovrano — forse il tiro era stato troppo rapido. —

E poi, mutando discorso:

— Ricorda? Io lo vidi sei mesi fa all’Ospedale di Cividale.

— Ricordo perfettamente; allora ero in osservazione per malattia...

— Ed oggi interruppe il Re — dopo tante prove di valore, è rimasto ferito. —

Seguì un istante di silenzio. Tutti guardavano quel soldato valoroso, che, ammaestrando i suoi uomini sotto il fuoco austriaco, perchè essi potessero del nemico aver ragione, era caduto con pari eroismo del soldato che in trincea è sopraffatto dall’impeto dell’avversario.

Poi il Re continuò:

— L’altro giorno, sul Debeli, il generale M... mi ha parlato molto bene di lei...

— Ho cercato sempre di fare il mio dovere con disciplina, come ogni altro soldato: è molto buono con me il mio generale.

— Bravo Mussolini! interruppe il Re. — Sopporti con rassegnazione l’immobilità ed il dolore.

— Grazie, Maestà. —

Il Re si volgeva allora verso gli altri feriti.

Al lato sinistro di Mussolini era un valoroso mutilato, il sergente Gasperini, valtellinese, che fu