Pagina:Mussolini - Il mio diario di guerra, 1923.djvu/25

Da Wikisource.

il mio diario di guerra 17


19 — è buia. Interminabili treni per i rifornimenti sono immobili lungo chilometri e chilometri di binari. Quale somma enorme di sforzi richiede il rifornimento e vettovagliamento di un esercito che combatte! Cividale. E’ notte alta e non vedo nulla. Ci rechiamo agli accantonamenti. Càpito coi miei amici nel solaio di un contadino. Sonno profondo.


14 Settembre.


Sveglia alle cinque. Sento che le mie ossa sono un po’ ammaccate. Un’ora di marcia, con uno zaino che pesa trenta chili, mi rimetterà in forma. Siamo nel cortile dell’accantonamento e attendiamo l’ordine di partire per Caporetto. Un bambino attraversa la strada gridando:

— Un aeroplano! Un aeroplano! —

C'è infatti un velivolo austriaco, altissimo. Immediatamente entrano in azione le batterie antiaeree. Si ode distintamente il loro crepitìo. Le nuvolette verdognole degli shrapnels punteggiano l’orizzonte.

Ma il velivolo nemico, che si è tenuto sempre a una quota altissima, torna indietro.

Cividale: città simpatica. D’interessante: il monumento ad Adelaide Ristori. Qui più ancora che a Udine si ha l’impressione della guerra vicina. File interminabili di camions automobili e di carri d’ogni specie vanno e vengono incessantemente.

Scrivo queste linee nel cortile di una fattoria, durante un alt.