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24 benito mussolini


33° battaglione, riprendiamo la marcia in fila indiana. Sono le dieci. Sotto a un costone fumano le marmitte delle cucine. Ci preparano il rancio. Un po’ scarso, ma eccellente. Pasta, brodo, un pezzo di carne. Ma molti assetati chiedono invano dell’acqua. Ci stendiamo fra i macigni, all’aria aperta. Non fa freddo. Notte stellata, plenilunare.

Silenzio. Spettacolo fantastico. Siamo in alto! Siamo in alto! Già battezzati dal fuoco dei cannoni. Così si chiude la prima giornata di guerra!


Sabato, 18 Settembre.


Stamani ci hanno diviso nelle tre compagnie del battaglione. L’operazione è stata lunga. Alcuni caporali e sergenti ci hanno fatto passare il tempo, raccontandoci episodi gloriosi dell’11° bersaglieri durante i primi mesi di guerra.

Sono assegnato all’8ª. Sono con me Buscema, Morani, Tafuri. Verso sera ci muoviamo per raggiungere la nostra posizione. Invece di andare per la mulattiera, diamo la scalata — quasi verticale — al costone. Dobbiamo giungere a quota 1870. Una discreta altitudine, come si vede. L’ascensione ci abbrevia di almeno tre ore il cammino, ma è faticosa, tanto più che non abbiamo il bastone da montagna e portiamo lo zaino. Gli uomini dei «posti di collegamento» ci hanno guidato. Nessuno è rimasto indietro, ma siamo giunti a notte inoltrata. Prima di giungere alla meta, passiamo accanto a fosse di soldati italiani. Quattro o cin-