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L’inverno nelle trincee dell’alta montagna



31 Ottobre.


Giornata di sole e di calma. Corre voce che prestissimo il nostro battaglione andrà per qualche tempo in riposo a Ternova, sull’Isonzo. La notizia rende allegri i miei commilitoni, ma io ho ragione di ritenerla infondata. Non turbo la loro gioia. È giunto un battaglione di fanteria del 120° reggimento; ecco l’origine della voce. Nei «ricoveri» si canta, si fuma, si scrive. Nessuno bada al monotono, insistente stillicidio della vedetta austriaca. Il portaferiti De Rita, di Prosinone, narra le sue avventure americane. È stato sei anni nel Nord-America. Si dichiara repubblicano.

— E perchè? — gli ho chiesto.

— Perchè sono stato a New-York... —

In realtà, non sa nemmeno il significato della parola «repubblica». È, fra l’altro, quasi analfabeta. Ma è coraggioso, resistente alle fatiche. I suoi battibecchi con l’altro portaferiti tengono allegra la brigata. Un’altra voce: Tolmino è caduta... Nel pomeriggio ricevo un invito dal caporale Giu-