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166 myricae
ii


Chi sei, che venisti, coi lievi
tuoi passi, da me nella notte?
Non so; non ricordo: piangevi.

Piangevi: io sentii per il viso
15mio piangere fredde, dirotte,
le stille dall’occhio tuo fiso

su me: io sentii che accostavi
le labbra al mio labbro a baciarmi;
e invano volli io levar gravi

20le palpebre: gravi: due marmi.


iii


Chi sei? donde vieni? presente
tuttora? mi vedi? mi sai?
e lacrimi tacitamente?

Chi sei? Trema ancora la porta.
25Certo eri di quelli che amai,
ma forse non so che sei morta....

Nè so come un’ombra d’arcano,
tra l’umida nebbia leggiera,
io senta in quel lungo lontano

30saluto di vaporïera.