Pagina:Myricae.djvu/64

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40 myricae

che perdóno ne sospirano
32con sì lungo inno di pianto?

Manda l’organo i suoi gemiti
tra ’l fumar de’ cerei lento:
di lontane plaghe sembrano
36cupe e fredde onde di vento...

Dalle plaghe inaccessibili
cupo e freddo il vento romba:
già sottentra ai lunghi gemiti
40il silenzio della tomba.




XI


Il santuario



Come un’arca d’aromi oltremarini,
il santuario, a mezzo la scogliera,
esala ancora l’inno e la preghiera
4tra i lunghi intercolunnii de’ pini;

e trema ancor de’ palpiti divini
che l’hanno scosso nella dolce sera,
quando dalla grand’abside severa
8uscìa l’incenso in fiocchi cilestrini.

S’incurva in una luminosa arcata
il ciel sovr’esso: alle colline estreme
11il Carro è fermo e spia l’ombra che sale.